Testimonianza di Veronica

Sono Veronica ho 29 anni e vivo da quando sono nata nella periferia est di Roma.
Dall’esterno la mia è sempre stata considerata una vita perfetta. Una famiglia felice e unita, sempre circondata da persone, soddisfazioni a scuola e fuori. Ma la perfezione non esiste.
Nella mia famiglia si è sempre parlato di Dio, anzi io ho sempre detto che eravamo “troppo cristiani”, con un padre diacono permanente è inevitabile.
Ma l’incontro con Dio lo avevano fatto i miei genitori e per questo vivevo la fede come luce riflessa. Nella mia quotidianità, nelle mie scelte e nelle mie relazioni non c’era spazio per Dio, io ero abbastanza.
Quando nella mia famiglia entra prepotentemente la malattia, io sperimento per la prima volta l’impotenza, la fragilità, le insicurezze mie e dei miei cari.
In quei mesi ho cominciato a pregare questo Dio buono e misericordioso di cui sentivo parlare affinché tutto tornasse com’era prima.
Quando il momento del dolore è arrivato, davanti alla morte ho fatto una promessa a me stessa, non avrei mai più sofferto così tanto.
Per questo motivo ho cominciato ad allontanare dalla mia vita qualsiasi tipo di relazione, familiare, amichevole o altro.
Ero ormai convinta che non avesse senso instaurare rapporti con le persone perché queste mi avrebbero abbandonato o sarebbero morte. E io con quei sentimenti e con quel dolore non volevo più averci a che fare.
Nonostante io non sia mai stata sola, da quel momento in poi ogni legame che instauravo non era mai profondo, non mi lasciavo mai andare del tutto per cui niente era duraturo e io non mostravo agli altri la vera me.
Ho vissuto tanti anni indossando maschere, mostrando all’esterno solo ciò che era più conveniente e più bello vedere. Quanto ho finto e mentito pur di sembrare felice, appagata e contenta della mia vita.
Se guardo indietro solo oggi mi accorgo di quante volte Dio mi ha accarezzato, mi ha consolato e mi ha fatto compagnia, ma io non lo vedevo.
Poi un giorno in parrocchia organizzano un incontro con testimonianze varie in memoria di Lorena D’Alessandro. E nonostante io conosca e abbia sentito più volte la sua storia quella sera mi colpisce una sua frase “Se io farò della mia vita una vita d’amore, vale la pena di vivere”
Io che ero sana, giovane e avevo tutto ciò che si possa desiderare non riuscivo a vivere per amore e d’amore.
Quella sera stessa un sacerdote mi invita ad un incontro per giovani e da lì la mia vita è cambiata.
Ho sperimentato e visto la potenza dall’amore di Dio trasformare il mio cuore, e soprattutto i miei pensieri.
Ho cominciato da quel momento ad abbattere uno alla volta i muri che negli anni avevo costruito nei confronti del prossimo. Ho iniziato ad aprirmi con le persone e lì ho provato la vera gioia.
Ho sperimentato nuovamente il dolore e la sofferenza, ma l’ho fatto con cuore nuovo, consapevole della presenza di Dio nella mia vita.
Solo grazie a questo cambiamento io ho potuto fare pace con me stessa in primis e oggi posso finalmente beneficiare della presenza nella mia vita di rapporti veri, sani in cui Dio è presente e ne è la fonte perché solo così so che non potranno estinguersi mai.