Testimonianza trasmessa il 3 aprile 2022 su Radio Maria in occasione del XLI anniversario della morte della Serva di Dio Lorena D’Alessandro.


Buongiorno, mi chiamo Sofia, ho 25 anni e faccio parte del consiglio dell’Associazione Amici di Lorena che si occupa di promuovere la causa di Beatificazione della Serva di Dio Lorena D’Alessandro e accrescere la conoscenza della sua storia,
Lorena D’Alessandro è stata una giovane del quartiere La Rustica, situato nella periferia est di Roma che conduceva la sua vita come molti adolescenti di questa città. Era una brava studentessa e amava stare con la sua famiglia e i suoi amici. A queste attività univa un grande trasporto per la comunità parrocchiale dove era impegnata principalmente come catechista. La chiesa Nostra Signora di Czestochowa era un luogo speciale dove ha potuto accrescere la sua fede e dove ha riempito le sue giornate con il sorriso dei bambini e dei parrocchiani. Tuttavia, ciò che rende la vita di Lorena davvero memorabile è la straordinaria accettazione della malattia che l’ha colpita. Lorena, infatti, si ammala di tumore osseo all’età di 10 anni e convive con questa sofferenza fino alla sua prematura morte a 16 anni. Questa malattia ha rappresentato per questa ragazza una croce senza paragoni, ma nonostante tutto la fede di Lorena l’ha portata non solo ad accettarla, ma a considerarla una benedizione per la sua vita. Attraverso la malattia ha potuto sperimentare la sofferenza di Cristo e questa consapevolezza l’ha resa un esempio vivente di testimonianza evangelica. La sua energia e la sua tenacia l’hanno portata spesso a ignorare la sua condizione e a mettersi al servizio degli altri con dedizione, spontaneità e gratuità. Questa è la grandezza di Lorena: la capacità di trasformare la sua sofferenza nel dispiegamento per il prossimo, piuttosto che nel ripiegamento su sé stessa. Tutto ciò si manifesta visibilmente nel suo diario, scritto nell’ultimo anno di vita, che rimane tutt’ora la testimonianza visibile dell’unicità di Lorena.
Personalmente non ho avuto l’opportunità di conoscere Lorena a causa della distanza biografica che ci separa, ma ho potuto respirare la sua aria di santità tramite i racconti e le testimonianze dei parrocchiani di Nostra Signora di Czestochowa, la chiesa che anche io frequento dalla nascita. Il primo ringraziamento va soprattutto a Don Ugo che ha creduto nella santità di Lorena fin dall’inizio e poi a sua mamma Alba che è stata mia catechista e mi ha saputo trasmettere con dolcezza il messaggio evangelico. Trovo che il racconto di queste persone, unitamente a quello della comunità parrocchiale nella sua interezza, non sia per nulla scontato e debba essere continuamente alimentato dall’impegno dei giovani a far conoscere l’esempio di Lorena che ha fatto della sua vita un dono gratuito per gli altri. Mi sento di aggiungere anche che non sarò mai abbastanza grata a Lorena per i prodigi che ha compiuto nella mia vita, soprattutto in un momento di grande prova per me e per la mia famiglia in cui la comunità intera ha pregato per la sua intercessione e queste preghiere sono state benevolmente accettate da Dio. Ci sono già molte testimonianze che dimostrano che Lorena continua a manifestare con segni concreti la sua vicinanza al Signore ed è per questo che non dobbiamo dimenticare la sua storia unica e impegnarci affinché il mondo riconosca la sua santità.